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Lo Scisma interno alla Chiesa ortodossa e il neo giurisdizionalismo russo-ucraino
Il comunicato del segretario del Consiglio Nazionale per la Sicurezza e la Difesa dell'Ucraina Oleksiy Danilov, diffuso su «Radio NV» martedì 28 marzo 2023, usa toni perentori nei confronti degli abitanti del Pechersk Lavra, un complesso di monasteri rupestri ortodossi che si trova nel cuore di Kiev, legati alla Chiesa autocefala ortodossa ucraina (OUC nata nel 2018), la cui storia risale al secolo XI, quando monaci e missionari ottennero il permesso di stabilirsi nelle grotte lungo le rive del fiume Dnipro dai governanti dell'allora Rus' di Kiev, una dinastia monarchica discendente dai Vichinghi. Continua il comunicato: «Non ci sarà nessuna chiesa di Mosca nella Kyiv-Pechersk Lavra», un complesso museale che appartiene allo Stato ucraino dal 1961, quindi tutte le questioni che lo riguardano saranno decise dallo Stato stesso. Le espulsioni tecnicamente sono motivate dalla risoluzione, fissata per il 29 marzo 2023, di un accordo di durata decennale sull'uso gratuito di edifici religiosi e altri beni sul territorio della Riserva Lavra. In realtà la scelta non sindacabile di cacciare i monaci per rivendicare l’indipendenza spirituale di un’unica chiesa ucraina sembra avere natura prevalentemente politica, in quanto i religiosi sono sospettati dai servizi segreti, SBU, di collaborare con gli invasori, nonostante già nel maggio scorso il metropolita Onufriy abbia condannato pubblicamente l'invasione, e abbia preso le distanze dal patriarca di Mosca sostenitore dell’invasore Putin. Precisa il capo della sicurezza ucraina che la massima autorità spirituale di Mosca Kirill Gundyaev, mediante il controllo del Monastero, avrebbe deciso questioni interne al territorio ucraino. Secondo Danilov, il fatto che la questione della chiesa ortodossa filorussa non sia stata «risolta» nel 1991 è stato un grave errore, perché i rappresentanti dei vertici di questa chiesa e molti ecclesiastici «non erano imparentati con Dio», ma hanno mantenuto contatti con i servizi segreti sovietici. La notizia ha suscitato l’immediata reazione preoccupata di quanti si sono chiesti con quali modalità sarebbe stata data esecuzione al provvedimento, certamente sovversivo di un ordine consolidato da tempo. Il segretario dell'NSDC ha rassicurato che non ci sarebbero state pulizie forzate e che sarebbe stato «fatto tutto secondo la legge». L’obiettivo del governo ucraino è, quindi, da una parte quello di continuare a garantire il funzionamento delle chiese e dei servizi offerti sul territorio della Lavra, dall’altra fare rispettare le leggi nazionali senza eccezioni e, quindi, vietare che le «entità artificiali, che un tempo sono state create al di fuori delle leggi dell'Ucraina», possano continuare ad agire liberamente perché considerate un pericolo per il governo, vista la loro vicinanza alla chiesa di Mosca sostenitrice dell’invasore. Anche Oleksandr Tkachenko, Ministro della Cultura ucraino, ha ordinato da tempo ai monaci della Chiesa ortodossa ucraina di abbandonare tutti i locali del Lav monastero di Lavra, offrendo la soluzione pacifica di trasferire la propria fedeltà all'autoproclamata Chiesa ortodossa dell'Ucraina (OCU), a cui ora sarà affidata la giurisdizione del Monastero. Il 78enne metropolita della chiesa ucraina (UOC) Onufriy, il quale comunque il 28 maggio 2022 ha proclamato lo scisma dal Patriarcato di Mosca, ha lanciato diversi appelli al presidente Zelensky affinché fermi lo sgombero, rimasti, però, inascoltati. Nel giorno stabilito le forze di pubblica sicurezza ucraine hanno provveduto ad allontanare fisicamente gli abitanti del Lavra, quei pochi che non hanno voluto andare via spontaneamente e che, senza violenza, si sono opposti alla decisione di Kiev, impedendo alla commissione del ministero della Cultura di effettuare l’inventario delle proprietà e denunciando al Tribunale l’illegittimità del provvedimento. Il metropolita Pavlo Lebid del monastero delle Grotte di Kiev Pechersk Lavra è stato messo agli arresti domiciliari. La procura generale di Kiev, utilizzando le intercettazioni telefoniche e ambientali raccolte dal SSU (Servizio di Sicurezza Ucraina), annuncia che il religioso della OCU è sospettato «di violazione dell'uguaglianza dei cittadini a seconda della loro razza, nazionalità, appartenenza regionale, credenze religiose e giustificazione- negazione dell'aggressione armata della Federazione Russa contro l'Ucraina e glorificazione dei suoi partecipanti», ex artt. 161 e 436.2 del codice penale ucraino. Accuse dalla quali si difende rivendicando la natura politica della questione e la sua estraneità all’aggressione subita dal suo paese, senza, però, mai citare espressamente le responsabilità di Mosca. Contestualmente il Metropolita della UOC (Chiesa Ortodossa Ucraina vicina a Mosca) Epifanio ha nominato abate ad interim, del Monastero Kyiv-Pechersk Lavra, l'archimandrita Avraamii della Chiesa ortodossa ucraina (UOC), col compito immediato di pregare per il Presidente Zelensky revocando l’efficacia delle maledizioni pronunciate dal suo predecessore filorusso Pavlo e precisare la natura dei provvedimenti di sgombero, che non sono un: «confronto tra Stato e religione» e non una «violazione della libertà», ma piuttosto una «liberazione del nostro santuario dall'influenza dello Stato russo ostile», un atto di difesa contro il «Russkiy mir, letteralmente 'mondo russo' o 'ordine russo', (ovvero) il concetto del dominio totale della cultura russa sulle altre culture».
Fonti:
https://www.rnbo.gov.ua/en/Diialnist/6212.html (sito ufficiale del Governo Ucraino)
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/04/01/metropolita-monastero-kiev-ucraini- mi-hanno-arrestato_44e37aa0-ad62-4c7e-b338-c0bb93d2c5
https://www.pravda.com.ua/eng/news/2023/04/1/7395993/
Cristiana Maria Pettinato
PAROLE CHIAVE
Chiesa ucraina ortodossa, Patriarcato di Mosca, ingerenza politica, libertà religiosa