NEWSEGITTO Il Governo egiziano vieta l’uso del niqab nelle istituzioni educative (Vasco Fronzoni)
NEWSNuova pubblicazione LA TUTELA DELLE IDENTITÀ RELIGIOSE NEL SISTEMA SPORTIVO Problematiche giuridiche, di Caterina Gagliardi
INDICE
CAPITOLO I
L’integrazione interordinamentale nel pensiero di Pasquale S. Mancini e Francesco Scaduto:
dal Risorgimento all’alba della Conciliazione. 7
1.1 Le ‘coincidenze a distanza’ tra le figure
e l’opera di Pasquale S. Mancini e Francesco Scaduto nella fondazione delle rispettive discipline
(e la comune dedizione all’analisi giuridica dei rapporti Stato-Chiesa). 7
1.2. (segue) l’affine “curva d’andamento” temporale
del rispettivo successo scientifico. Il recente rinnovato interesse. La ricerca di antiche chiavi di lettura,
non intrinsecamente stataliste, delle problematiche dell’etero-integrazione ordinamentale
(specie quelle involgenti il presidio della libertà del credente). 17
2.1. Mancini e il d.i.p.: il ripudio dello stato-centrismo, l’apertura dell’ordinamento in senso universalista ai diritti ‘altri’, l’attenzione alla posizione
e alle petizioni basilari della persona umana nella costruzione della disciplina 25
2.2. L’apparente discontinuità con il versante ecclesiasticistico. La polemica nell’approccio e nei contenuti del suo impegno politico e accademico rispetto alla Chiesa e al suo diritto.
La contestualizzazione e l’ipotesi di una rilettura foriera di spunti in controtendenza sui dinamismi
interordinamentali. 37
2.2.2. Guardando oltre i temi nodali del 1870/1871 (la difesa della “nazionale sovranità” italiana; il pericolo della Potenza “straniera”):il giurisdizionalismo non oltranzista, le scelte pragmatiche e la considerazione per la potestà ecclesiale e la sua normazione. 43
3.1. Il percorso di Francesco Scaduto verso la rivalutazione della posizione della Chiesa e del peso del suo diritto a ridosso della Conciliazione: le spiegazioni palesi
(il momento storico particolare, l’impegno
parlamentare, la novità del Codex del 1917) 53
3.2. (segue) Le motivazioni probabilmente sottese. I tratti “trasmessi” alla disciplina:
proficua ‘irrequietezza’, tendenza all’autocritica, predisposizione ad eventuali ricostruzioni sistemiche
(il confronto con Arturo C. Jemolo) 63
3.3. L’ipotesi di un ripensamento rispetto
alla soluzione di marca internazionalprivatista
(con ascendenze manciniane) proposta dallo Jemolo,
alla luce nel nuovo assetto postconcordatario 72
CAPITOLO II
L’incontro delle Potenze, il regime concordatario e le “concettualizzazioni” dottrinali: il ricorso necessitato
a principi e schemi internazionalprivatistici nell’incombente eclissi della libertà 83
1.1. Dalla Legge delle Guarentigie ai Patti Lateranensi: reazioni accademiche, inerzialità e dinamismi.
Le concettualizzazioni sui rapporti interordinamentali. L’eredità dei due fondatori che ‘trasparisce’. 83
1.2. (segue) Ragioni non dichiarate delle concettualizzazioni degli anni ’30 e ’40: debolezza ‘assiologica’ del Concordato del 1929 vs mito dell’esclusivismo statale. La ricerca di soluzioni stabilizzanti a pro della libertas Ecclesiae. 94
2. Le “due anime” di Santi Romano: latenti affinità con Mancini e con l’ultimo Scaduto. Peculiarietà
riconosciute dell’ordinamento canonico; centralità delle ragioni dello Stato nelle dinamiche d’integrazione interordinamentali. 100
2.2. (segue) L’influsso prodotto sulle concettualizzazioni degli anni ’30 e ’40. La traccia di partenza del rispetto
per l’altro Ordine e il nodo della “recezione”. 114
2.3.1. La controprova: il riscontro nelle ricostruzioni di Aldo Checchini. Prodromi e ragioni dell’uso ‘ricalibrato’ delle categorie del d.i.p. in chiave ‘dommatica’ (l’utilità del ricorso ai principi presiedenti il collegamento fra ordinamenti originari) 120
2.3.2. (segue) le incomprensioni con Jemolo:
i condizionamenti culturali, le contro-obiezioni di Checchini, le tracce di una possibile condivisione di base delle prospettazioni
di partenza. 135
2.3.3. Persistente validità (e talora attualità) di alcuni degli spunti rinvenuti tramite
l’applicazione di questa metodica. Le soluzioni offerte in materia matrimoniale
(profili sostanziali e giurisdizionali). 142
Capitolo III
La Costituzione, la regola della bilateralità dialogica e la libertà del credente: dinamiche integrative nuove e superate nell’Accordo di Villa Madama
(recuperando ‘antichi’ moniti) 153
1. L’Accordo di Villa Madama. La “ristrutturazione”: l’inedito principio cardine di cooperazione,
l’art. 2 Conc. ed il presidio delle libertà del cittadino-fedele. Le avvertenze dal passato di Scaduto. 153
1.2. (segue) Il verso sinergico, la fisionomia da ‘accordo-quadro’ e la proiezione
della bilateralità. Il paradigma del regime sui beni culturali ecclesiastici: rimandi all’ordinamento canonico. 162
1.3.1. (segue) il rispecchiamento del “mutato volto dello Stato”: pluralismo, apertura costituzionale ad ‘altre’ sovranità, valori prepolitici dietro ai diritti presidiati,
centralità della persona umana. 174
2.1. I collegamenti pattizi previsti dalla Costituzione, il sistema aperto agli “Ordini” e le dinamiche integrative. Superamento del paradigma liberale del ‘circuito chiuso’ e di quello vetero-concordatario dell’”innesto” necessitato. 180
2.2. (segue) La “sdrammatizzazione” del richiamo normativo. Conseguente estendibilità solo analogica delle forme di collegamento previste dal d.i.p.: estraneità vs specialità alla luce della legge di riforma n. 218 del 1995. 187
2.3. (segue) La cessata necessità dogmatica/esegetica di ricorso al d.i.p. Il fattore costituzionale
(e costituzionalistico). L’insorgenza di figure inedite di strumenti di raccordo, sulla scia di ‘antichi’ ammonimenti: il rilievo civile dei controlli
confessionali e il rimando al C.I.C. 195
2.4.1. Le avvertenze del passato inascoltate: il nodo della materia matrimoniale. Il ruolo della Corte costituzionale tra ideologismi di rivalsa, nozioni intrinsecamente statualiste, e soluzioni ‘internazionalistiche’ ispirate al d.i.p. ‘anzilottiano’ 212
2.4.2. (segue)L’incidenza sulla formulazione dell’art. 8 Conc. Il ruolo demiurgico di Jemolo, la persistente separazione di fondo, la problematica figurazione della “presupposizione”: l’esito prevedibile del sostegno dato dalle SS.UU. alla tesi della concorrenza delle giurisdizioni 235
2.4.3. (segue) L’apporto di Roberto Ago sulla delineazione della seconda parte dell’art. 8. L’impostazione modellata sul ‘vecchio’ d.i.p., la risultante ‘speciale delibazione’, l’irrompere della riforma del 1995 251
2.4.4. (segue) Il triplice “set” di regole giurisprudenziali prodotto tra il 2008 e il 2021. L’adozione in senso solo unilaterale dell’aggiornata nozione di ordine pubblico a garanzia di libertà fondamentali, e le ricadute sulla libertà del credente. L’impossibilità attuale di profittare delle ‘preveggenze’
di Mancini e Scaduto. 270