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21 ottobre 2024
Donne - Islam - pratica sportiva - pari opportunità - diritto di libertà religiosa - Unione Italiana Sport per Tutti (UISP) - corso di nuoto riservato alle donne - Comune di Figline Valdarno
L’Unione Italiana Sport per Tutti (UISP) - associazione di promozione sportiva e sociale fondata nel 1948 con l’obiettivo precipuo di promuovere le finalità formative e ricreative dello sport sia nella crescita individuale che in quella collettiva - ha comunicato in una nota del 14 ottobre 2024 la programmazione di un corso di nuoto ‘al femminile’ presso la piscina del Comune di Figline Valdarno.
L’iniziativa è nata in particolare dalla espressa richiesta di un gruppo di donne musulmane di poter accedere alla piscina comunale e praticare la disciplina del nuoto nel rispetto dei dettami prescritti dal credo religioso di appartenenza.
In risposta all’esigenza manifestata, il Comitato territoriale dell’Uisp di Firenze, quale ente gestore dell’impianto sportivo, in piena sinergia con il Comune di Figline Valdarno, ha così stabilito che ogni martedì, dalle ore 8:30 alle 9:30, la piscina sia dedicata esclusivamente alla pratica del nuoto da parte delle donne di fede islamica partecipanti, in presenza del solo personale tecnico qualificato femminile.
Probabilmente anche a seguito delle opinioni espresse da esponenti del mondo politico - a parere dei quali il corso di nuoto ‘al femminile’ è da ritenersi un progetto di marginalizzazione piuttosto che di integrazione della comunità islamica -, il Comitato territoriale Uisp di Firenze ha pubblicato un ulteriore comunicato a completamento delle informazioni già contenute nella prima nota. In particolare, si è precisato che l’attività del nuoto è aperta a tutte le donne di ogni cultura, credo ed etnia che vogliono frequentare la piscina del Comune di Figline Valdarno in un ambiente loro dedicato. Il Comitato ha altresì specificato che «la fascia oraria scelta per questa attività è attualmente disponibile, in quanto la piscina abitualmente è aperta in altri orari e non toglie spazi ad altre attività natatorie svolte all’interno dell’impianto. Anzi allarga l’offerta di pratica sportiva».
Appare, dunque, difficile concordare con chi reputa il progetto potenzialmente suscettibile di configurare forme di discriminazione ‘al contrario’. L’accesso ‘riservato’ alle sole donne è, infatti, consentito entro un circoscritto arco temporale e, per tale ragione, non sembra possa avere implicazioni ‘non rimediabili’ sul piano dell’esercizio del diritto allo sport da parte degli altri utenti.
L’Unione Italiana Sport per Tutti promuove, invece, una prassi organizzativa di indubitabile rilevanza innanzi alla complessità che pone la tutela della partecipazione femminile allo sport, allorquando quest’ultima necessiti di essere garantita unitamente all’identità religiosa della donna. Non si tratta, peraltro, di una novità assoluta ma il progetto si inserisce nel solco di una serie di iniziative che da tempo l’Unione realizza con l’intento di consentire l’esercizio dello sport alle donne che per motivi personali, religiosi o culturali necessitano di uno spazio interamente femminile. Già nel 2009, ad esempio, l’UISP ha promosso un corso di nuoto riservato soltanto alle donne, in modo da rendere possibile la partecipazione anche delle donne di fede islamica, presso la piscina del Comune di Torino, in via Faa’ di Bruno, ogni domenica mattina.
La decisione dell’Unione Italiana Sport per Tutti riflette, quindi, la sensibile e progressiva apertura del mondo dello sport all’espressione identitaria di ogni atleta e attesta come in tale percorso sia da ritenersi centrale il ruolo ricoperto dagli enti di promozione sportiva. Attraverso la cooperazione con le istituzioni del territorio di riferimento, tali associazioni concorrono attivamente alla effettiva tutela dell’eguale diritto allo sport ai diversi livelli di partecipazione, da quello amatoriale a quello professionistico.
D’altra parte, l’iniziativa dell’Unione sottolinea e valorizza la funzione sociale dello sport nella costruzione di una società effettivamente inclusiva. Attraverso la partecipazione ad attività sportive ‘dedicate’, che siano anche occasione di incontro tra donne di diversa estrazione culturale e di costruzione di reti sociali, le partecipanti di religione islamica possono intraprendere, quale effetto derivato, percorsi di integrazione nel tessuto sociale locale in una prospettiva di rafforzamento dei propri diritti, tra cui il diritto allo sport in condizioni di eguaglianza e di pari opportunità.
È, dunque, auspicabile che tale progetto di inclusione sportiva ‘al femminile’ sia di ispirazione per la programmazione e lo sviluppo di ulteriori simili best-practices, orientate a promuovere lo sport - oltre che ovviamente quale ‘diritto di tutti’ - anche quale strumento attraverso cui poter promuovere una cultura dell’inclusione e attuare concretamente politiche di integrazione sociale e di dialogo interculturale per contrastare i fenomeni discriminazione e di intolleranza.
Caterina Gagliardi
Fonte: https://www.uisp.it/toscana/pagina/a-figline-valdarno-un-corso-di-nuoto-per-donne-musulmane