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Parigi vieta d’indossare abaya e qamis nelle scuole.
Parigi: il Ministro dell’Educazione Nazionale, della Gioventù e dello Sport, Gabriel Attal, ha annunciato domenica 27 agosto 2023, nel corso d’un’intervista alla trasmissione “20 heures”, su TF1, l’introduzione del divieto di indossare l’abaya nelle scuole: “Le scuole della Repubblica sono costruite intorno a principi forti, come la laicità. Quando si entra in un’aula, non si deve essere in grado di identificare la religione degli alunni guardandoli”, ha sostenuto, rispondendo alle richieste di chiarimento di alcuni insegnanti.
Interrogato su questo argomento controverso da diversi mesi in seguito a incidenti legati all’uso di questi abiti, il Ministro ha annunciato di voler tenere colloqui “già la prossima settimana” con i dirigenti scolastici per aiutarli ad applicare questo divieto.
“Le nostre scuole sono messe alla prova. Negli ultimi mesi, in alcune scuole sono comparsi abiti religiosi come l’abaya e il qamis. La fermezza della risposta della scuola è messa alla prova da questi nuovi fenomeni. Di fronte ai colpi, agli attacchi e ai tentativi di destabilizzazione, dobbiamo restare uniti. E noi resteremo uniti”, aveva già assicurato il Ministro ai rettori riuniti alla Sorbona di Parigi all’inizio della settimana.
Giovedì 31 agosto, contestualmente alla pubblicazione sul Bulletin officiel de l’éducation nationale, de la jeunesse et des sports del provvedimento, il Ministro ha dichiarato che le alunne che si dovessero presentare a scuola indossando l’abaya non potranno entrare in classe, ma “saranno accolte” da docenti e presidi, che dovranno “spiegare loro il significato” del divieto all’inizio del nuovo anno scolastico.
Secondo la disposizione pubblicata, infatti, “in alcune scuole, la crescente tendenza a indossare abiti di tipo abaya o qamis ha dato origine a un gran numero di domande su come comportarsi. Queste domande richiedono una risposta chiara e unitaria da parte delle scuole di tutto il Paese”.
In base alla legge del 15 marzo 2004, dunque, “l’uso di tali indumenti, che apparentemente manifestano un’appartenenza religiosa nell’ambiente scolastico, non può essere tollerato”, si legge nella nota. “Dopo un dialogo con l’alunno, se quest’ultimo si rifiuta di rinunciare a indossarlo all’interno della scuola o durante le attività scolastiche, dovrà essere avviato un procedimento disciplinare”, conclude il testo.
Stefano Testa Bappenheim
Università di Camerino