COLLANA “DIRITTO E RELIGIONI”FABIANO DI PRIMA Dinamiche d’integrazione dell’ordinamento civile, diritto canonico e libertà del credente (ripartendo da F. Scaduto e P.S. Mancini)
NEWSNuova pubblicazione DINAMICHE DI INTEGRAZIONE DELL’ORDINAMENTO CIVILE, DIRITTO CANONICO E LIBERTÀ DEL CREDENTE (RIPARTENDO DA F. SCADUTO E P.S. MANCINI), di Fabiano Di Prima
Il Governo egiziano vieta l’uso del niqab nelle istituzioni educative.
(Affida il tuo dromedario alla provvidenza di Dio, ma legalo prima ad un albero - Hadith)
L’11 settembre 2023, in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico ed accademico, il Governo egiziano ha varato un corposo pacchetto di riforme nel mondo della scuola, volto a rendere il processo educativo allineato con la modernizzazione e con l’evoluzione in corso nella società egiziana. Lo scopo dichiarato è quello di rendere la Repubblica Araba d’Egitto al passo con la rivoluzione industriale e tecnologica nonché con la trasformazione digitale e l’intelligenza artificiale, attraverso la creazione di modelli di insegnamento diversificati, che prevedono l’introduzione di esami di identità nazionale su materie quali lingua araba, educazione civica ed educazione religiosa, e che si dovranno basare, tra l’altro, soprattutto sulla comprensione delle informazioni piuttosto che sulla loro memorizzazione.
Le linee guida della riforma sono state illustrate dal Ministro dell’Istruzione, Dott. Reda Hegazy, in occasione di una conferenza stampa nel corso della quale sono emerse novità significative anche per quanto riguarda l’abbigliamento da indossare negli edifici scolastici ed universitari.
Difatti, riferendosi alle uniformi scolastiche, il Ministro ha spiegato come sia stato voluto adottare un approccio coordinato e condiviso, in base al quale il consiglio scolastico, in collaborazione con il collegio dei docenti e con i rappresentanti dei genitori dovranno scegliere congiuntamente il tipo di uniforme ed il colore. Ancora, ha sottolineato che indossare l’uniforme costituisce un obbligo e ad ogni studente trovato a non rispettarlo non sarà consentito l’accesso nell’edificio di istruzione.
Inoltre, viene consentito alle studentesse di coprire i capelli, purché l’indumento o accessorio scelto non copra o oscuri il volto. Per le ragazze minorenni, il padre o chi ne ha la tutela deve essere informato della scelta della studentessa di indossare un indumento o un accessorio coprente il capo e deve acconsentirvi. Inoltre, nel documento varato dal Ministero, è prescritto che la scelta di indossare una copertura per capelli deve essere volontaria e libera da qualsiasi coercizione o pressione esterna, ed a tal fine le direzioni dei centri di istruzione dei vari governatorati sono state investite dell’onere di verificare la sussistenza della volontà dell’alunna, unitamente all’avallo da parte del genitore o del tutore in ordine al modo di vestirsi.
Dunque, la riforma governativa decreta il divieto generalizzato di usare nei luoghi di insegnamento il niqab, vale a dire quel particolare tipo di velo che lascia scoperti soltanto gli occhi. La proibizione ha subito suscitato diverse discussioni e provocato non poche reazioni all’interno del Paese, non ultime le critiche da parte di alcune associazioni religiose, perché il provvedimento provoca la compressione dei principi costituzionali sulla libertà religiosa e la violazione delle libertà civili per quelle studentesse che vogliono indossare un velo più coprente.
L’iniziativa governativa rappresenta, da una parte, un cambiamento importante e costituisce certamente un passo in avanti per indirizzare le donne egiziane sul sentiero dell’emancipazione ed orientare la società verso un approccio più liberale nei rapporti di genere e sul modo di vivere la religione. D’altra parte, il divieto del niqab non costituisce una novità assoluta, dal momento che numerose istituzioni pubbliche e private in tutto l’Egitto hanno già imposto tale proibizione, come ad esempio l’Università del Cairo, che ha introdotto il divieto del niqab per il personale docente già dal 2015, decisione legittimata da una sentenza del 27/01/2020 emessa dalla Suprema Corte amministrativa del Cairo. Sul punto, è importante notare che la maggior parte delle donne musulmane in Egitto indossa il hijab, un velo coprente i capelli ma non il viso, ed il niqab è indossato soltanto da un numero esiguo di donne, appartenenti a quella frangia di popolazione legata a posizioni ultraconservatrici - per lo più gravitante attorno agli Ikwan al-muslimin, i Fratelli musulmani - e non è un caso se il divieto fu introdotto nell’Università statale poco dopo la deposizione del precedente Presidente Muhammad Mursi, proveniente proprio dalle fila della fratellanza musulmana.
In ultima analisi, c’è da ragionare non tanto sull’utilità, quanto sulla tempistica di questo nuovo divieto. Qualche analista tende difatti a collegarlo al particolare e delicato momento che sta vivendo il Paese ed il suo Presidente Abdel Fattah Al-Sisi, in vista delle prossime elezioni presidenziali del dicembre 2023, rispetto alla necessità di assicurarsi l’endorsement da parte dei Paesi occidentali e soprattutto degli Stati Uniti d’America, ritenuto imprescindibile per la sua rielezione.
Vasco Fronzoni
PAROLE CHIAVE
Islam, Libertà religiosa, Divieto di usare il niqab, Egitto, Edifici di istruzione e simboli religiosi