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(13 gennaio 2025)
Con l’emanazione del Decreto n. DCCII del 16 dicembre 2024 la Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano ha promulgato Linee Guida recanti principi generali in materia di intelligenza artificiale che hanno effetto, a partire dal 1 gennaio 2025, nei confronti del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e del suo personale, oltre che per le attività dallo stesso svolte nelle zone di cui agli articoli 15 e 16 del Trattato Lateranense[1].
Le Linee Guida vaticane costituiscono il primo corpus normativo ad essere applicato in un ordinamento statuale per disciplinare in modo sistematico l’attività di ricerca, sperimentazione e sviluppo di sistemi e modelli di intelligenza artificiale. Il Regolamento Europeo 2024/1689 (AI Act) - entrato in vigore il 1 agosto 2024 ma non applicabile nei confronti dello Stato della Città del Vaticano, che, come noto, non fa parte dell’Unione Europea - sarà infatti operativo in tutti gli Stati membri soltanto a partire dal 2 agosto 2026, e dal 2 febbraio 2025 limitatamente alle disposizioni di cui ai capi I (Disposizioni generali) e II (Pratiche di IA vietate).
La normativa vaticana recepisce ampiamente i risultati del dibattito che ha condotto all’affermazione delle necessità dell’elaborazione di un’algor-etica, rispetto alla quale il contributo degli attori confessionali si è dimostrato tutt’altro che marginale, come confermano, in ambito cattolico, i molteplici interventi di Papa Francesco, da ultimo quello tenutosi al G7 il 14 giugno 2024[2], e la Rome Call for AI Ethics promossa dalla Santa Sede nel 2020[3]. Le Linee Guida dello Stato della Città del Vaticano, conseguentemente, si pongono come strumento diretto a promuovere un utilizzo etico e trasparente dell’intelligenza artificiale, in una dimensione antropocentrica e affidabile, nel rispetto della dignità umana e del bene comune (art. 1, comma 1). Tale obiettivo può essere assicurato esclusivamente mediante l’implementazione di tecnologie compatibili con le esigenze di garanzia della sicurezza dello Stato della Città del Vaticano (e della Chiesa cattolica)[4], di protezione e riservatezza dei dati personali, oltre che con i principi di sorveglianza umana, di inclusività[5], di sostenibilità economica e cura del Creato.
Conformemente a quanto evidenziato da Papa Francesco sui rischi di discriminazione derivanti dall’impiego di sistemi di intelligenza artificiale[6], le Linee Guida espressamente vietano l’uso di sistemi di categorizzazione biometrica che possono generare effetti discriminatori per mezzo di deduzioni generali di ordine antropologico (art. 4, lett. a) o disuguaglianze sociali mediante il trattamento dei dati personali (art. 4, lett. b).
Al contempo, le Linee Guida si caratterizzano per una netta apertura verso l’impiego delle tecnologie di intelligenza artificiale, specialmente nelle operazioni di conservazione, valorizzazione e restauro dei beni culturali (art. 8)[7] e in ambito lavorativo allo scopo di incrementare i processi di formazione del personale, di migliorare le condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro e di tutelare la salute dei lavoratori (art. 11, § 1). Al riguardo, tuttavia, la disposizione di cui all’art. 11, § 2 prende opportunamente atto del rischio di discriminazioni che possono verificarsi nell’ambito dei processi di selezione del personale in caso di impiego di algoritmi che categorizzano indirettamente il candidato sulla base dei propri dati, compresi quelli di natura religiosa.
Oltre alle disposizioni dettate in materia di ricerca scientifica e sanità (art. 6), diritto d’autore (art. 7) e infrastrutture e servizi (art. 9), particolare rilievo assume la regolamentazione dell’impiego delle tecnologie di intelligenza artificiale nei procedimenti amministrativi e giudiziari.
Oltre a ribadire che il ricorso a tali strumenti debba comunque avvenire, coerentemente alla loro necessaria dimensione antropocentrica, «nel rispetto dell’autonomia e del potere decisionale della persona che resta l’unica responsabile dei provvedimenti e dei procedimenti in cui sia stata utilizzata» (art. 10, § 3), le Linee Guida subordinano l’utilizzo di tali tecnologie nei procedimenti amministrativi ad una precedente «relazione recante l’analisi dell’impatto della regolazione e seguito, dopo sei mesi dall’entrata in vigore dell’intervento regolatorio, da una relazione recante la valutazione degli effetti prodotti sull’ordinamento vaticano» (art. 10, § 5). Tale adempimento risulta, invero, particolarmente utile per garantire un’effettiva trasparenza dell’azione amministrativa.
Con riguardo all’esercizio della funzione giudiziaria, invece, l’art. 12 delle Linee Guida consente l’utilizzo degli strumenti di intelligenza artificiale soltanto per l’organizzazione e la semplificazione del lavoro giudiziario o per la ricerca giurisprudenziale e dottrinale, riservando al magistrato la decisione sulla interpretazione della legge, sulla valutazione dei fatti e delle prove e sull’adozione di ogni provvedimento (art. 12, § 2).
A presidio dell’effettiva applicazione dei principi fissati dalle Linee Guida è, infine, prevista l’istituzione di un’apposita Commissione sull’intelligenza artificiale, deputata alla predisposizione di leggi e regolamenti attuativi, ad attività consultive e di monitoraggio. La medesima Commissione è chiamata a redigere una relazione semestrale sull’impatto dell’uso dell’intelligenza artificiale nello Stato della Città del Vaticano.
Le attività di monitoraggio e controllo esercitate dalla Commissione, e specificamente la preparazione della relazione semestrale, sembrano così porre parziale rimedio all’attuale assenza di un apparato sanzionatorio, che presumibilmente verrà introdotto, così come stabilito dall’art. 15, da leggi e regolamenti attuativi delle Linee Guida.
Fabio Balsamo
Keywords: Intelligenza artificiale; diritto vaticano; Stato della Città del Vaticano; Linee Guida vaticane sull’intelligenza artificiale
[1] La normativa si applica, inoltre, agli Organismi operativi, agli Organismi scientifici, agli Organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano e agli operatori economici, ai fornitori, agli offerenti e agli incaricati professionali temporanei.
[2] Cfr. Francesco, Discorso in occasione della sessione del G7 sull’intelligenza artificiale. “Uno strumento affascinante e tremendo”, 14 giugno 2024, consultabile all’indirizzo www.vatican.va.
[3] Cfr. Rome Call for AI Ethics, 28 febbraio 2020, consultabile all’indirizzo https://www.romecall.org/.
[4] L’art. 4, lett. e) ed f) delle Linee Guida vieta l’utilizzo di tecnologie che possono compromettere la missione del Sommo Pontefice e l’integrità della Chiesa cattolica.
[5] Le Linee Guida vietano l’utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale che risultino non accessibili a persone disabili.
[6] Papa Francesco, nel Messaggio per la LVII Giornata mondiale della Pace del 14 dicembre 2023, aveva già evidenziato i rischi che possono derivare dall’impiego degli algoritmi tesi alla categorizzazione degli individui nei “sistemi di credito sociale” (c.d. social scoring). Inoltre, con specifico riguardo agli effetti discriminatori o lesivi dei diritti fondamentali derivanti dal trattamento dei dati personali le Linee Guida, saldandosi con le previsioni del Regolamento Generale sulla protezione dei Dati personali per lo Stato della Città del Vaticano del 30 aprile 2024, opportunamente prevedono l’applicazione dei principi generali anche all’utilizzo e al trattamento dei dati biometrici della persona mediante sistemi e modelli di intelligenza artificiale (art. 5, § 5).
[7] L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’ambito dell’attività di restauro dei beni culturali deve però avvenire nel rispetto dei principi di metodo riconosciuti a livello internazionale e delle funzioni di coordinamento ed indirizzo tecnico della Direzione dei Musei e dei Beni Culturali, così come previsto dal Decreto n. CCCLVI, 25 luglio 2001, recante Regolamento per l’esecuzione della legge 25 luglio 2001, n. CCCLV, sulla tutela dei beni culturali.