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Lo scorso 18 giugno, presso la Corte Suprema del Colorado si è svolta la discussione orale della vertenza tra Jack Phillips e Autumn Scardina. Oggetto del contendere è la valutazione della legittimità del rifiuto opposto dal pasticciere Phillips di preparare – così recita il quesito posto ai giudici[1] – una torta rosa, con una glassa blu, per celebrare l’avvenuta gender transitiondi Scardina.
Jack Phillips è stato già al centro di una lunga battaglia legale, che lo vide nel 2018 vincitore davanti alla Corte Suprema Federale[2], ed è diventato un simbolo della difesa della libertà di coscienza, sancita dal Primo Emendamento, contro le politiche volte a comprimerla in nome della protezione delle minoranze.
La vicenda che adesso lo riguarda prende l’avvio il 26 giugno 2017, quando Scardina, attivista per la causa LGBTQ+[3], commissionò una torta per celebrare la propria transizione di genere e, dopo aver ricevuto un primo rifiuto, chiese una torta con l’immagine di Satana che fumava. Entrambe le richieste erano in palese contrasto con il credo professato da Phillip.
Scardina, dapprima, si rivolse alla Colorado Civil Rights Commission, che rigettò l’istanza di irrogare una sanzione amministrativa contro il pasticciere. Invece di ricorrere contro il diniego dell’autorità, l’attivista si rivolse alla giustizia civile, che in entrambi i gradi di giudizio[4] riconobbe l’obbligo di Phillips di preparare la torta e censurò il suo comportamento come discriminatorio nei confronti della comunità LGBTQ+.
Particolare attenzione merita la sentenza di appello, attualmente impugnata davanti alla Corte Suprema del Colorado[5]. Secondo il collegio, che ha emesso la decisione all’unanimità il 26 gennaio 2023, l’azione intentata da Scardina rientrerebbe nei rimedi offerti dal Colorado Anti-Discrimination Act del 2021, che permette alla persona che allega una discriminazione di introdurre una causa civile dopo aver esperito infruttuosamente i mezzi amministrativi.
Il centro del ragionamento della Corte è la qualificazione del comportamento di Phillips, il quale non era contrario a preparare una generica torta rosa con la glassa blu, bensì si era opposto al collegamento simbolico tra la decorazione e i principîfatti valere da Scardina.
Nella narrativa della sentenza di appello, il §56 è la chiave di volta, perché riporta una dichiarazione del convenuto che si dichiarava pronto a preparare una torta con quelle specifiche, ma per altri clienti; e ciò è confermato dal fatto che, in un primo momento, il pasticciere aveva accettato di preparare il dolce, salvo poi ritrattare quando seppe la destinazione del proprio prodotto.
Considerato il precedente di Masterpiece Cakeshop Ltd. v. Colorado Civil Rights Commission, la Corte d’Appello segnala che nella richiesta della cliente non si ravviserebbe alcun tipo di messaggio offensivo per i valori di Phillips, anzi, la decorazione non veicolerebbe alcun tipo di messaggio in favore di una determinata idea[6].
A conferma di ciò, nel §77 si riporta che un testimone presentato dal convenuto aveva ammesso che al vedere una torta rosa con la glassa blu, senza altri elementi di contesto, non avrebbe pensato a concetti come il genere, il transgenderismo, la transizione, i valori della comunità LGBTQ+.
In altre parole, il Primo Emendamento non sarebbe invocabile per tutelare la posizione del pasticciere, perché egli non si troverebbe in una situazione in cui egli diffonderebbe un contenuto contrario alla propria coscienza: non sarebbero né la torta in sé, né le sue specifiche a comunicare qualcosa. La richiesta della cliente era del tutto inespressiva (nonexpressive).
In attesa della pronunzia della Corte Suprema del Colorado (e forse della stessa Corte Suprema federale[7]), si possono individuare alcuni dati: in primo luogo, si conferma sempre più notevole il ruolo della giurisprudenza nel tracciare i limiti del lecito e dell’illecito alla luce di difficili interpretazioni di clausole legali sempre più generiche; in secondo luogo, la polarizzazione ha raggiunto livelli che pongono la pace sociale in un’inarrestabile crisi; in terzo luogo, il peso attribuito al segno e al suo significato assume un’importanza capitale, visto che la stessa decorazione si presenta come neutrale e inespressiva per i giudici, mentre per il pasticcere chiaramente offensiva.
Tra gli amici curiae si registra una nutrita schiera di Stati[8], ma soprattutto, ha preso posizione una coalizione di associazioni confessionali ebraiche, cristiane e islamiche, che sottolineano come i tentativi del Colorado di proteggere l’uguaglianza stiano comportando gravi limitazioni del diritto di libertà religiosa[9].
Tra le contestazioni alla sentenza appellata ve n’è una che fa riflettere sull’impossibilità di scindere, in un contesto determinato, il simbolo dal suo significato. Per dimostrarlo, gli amici curiae si “sarebbero rivolti” a ChatGPT, il cui algoritmo si “nutre” di una miriade di dati, e avrebbero posto la domanda circa i colori più idonei a celebrare una gender transition. E la risposta sarebbe stata proprio la combinazione di rosa e blu[10].
Da ciò nasce la domanda: se anche una macchina riconosce l’ovvio, perché un giudice no? Eppure, nella progressiva centralità dell’individuo, nell’assenza di dialogo e nella disgregazione della comunità civile, anche l’ovvio (reale o presunto) è fonte di conflitto[11].
Andrea Miccichè
[1] Cfr. Supreme Court, State Of Colorado, Oral Argument Schedules and Recordings. Tuesday, June 18, 2024, p. 8.
[2] Cfr. U.S. Supreme Court, Masterpiece Cakeshop, Ltd., et al. v. Colorado Civil Rights Commission et al., n. 16-111, 4 giugno 2018, U.S. Reports584, 2018, pp. 617-639. Si veda L. P. Vanoni, “It is (not) a piece of cake”: libertà di espressione e politiche antidiscriminatorie in America. Note a margine del caso Masterpiece Cakeshop, Ltd. v. Colorado Civil Rights Commission, in “Stato, Chiese e pluralismo confessionale”, Rivista telematica (https://www.statoechiese.it), n. 29 del 2018, pp. 1-26.
[3] Per la sintesi degli eventi, cfr. K. Quiñones, Colorado baker returns to court after activist sues over ‘gender transition’ cake, in “Catholic News Agency”, 20 giugno 2024, https://www.catholicnewsagency.com/news/258053/colorado-cakebaker-returns-to-court-after-activist-sues-over-gender-transition-cake. Per la posizione di Scardina, cfr. https://scardinalaw.com/masterpiece-cakeshop; per la posizione del pasticciere Phillips, cfr. https://adflegal.org/case/masterpiece-cakeshop-v-scardina.
[4] Per la sentenza di primo grado, cfr. District Court, City and County of Denver, State of Colorado, Autumn Scardina v. Masterpiece Cakeshop, Inc. et al., n. 19CV32214, 4 marzo 2021, reperibile su https://adfmedialegalfiles.blob.core.windows.net/files/MasterpieceScardinaDecision.pdf. Il riferimento alla decisione di secondo grado è Colorado Court of Appeals, Autumn Scardina v. Masterpiece Cakeshop, Inc., and Jack Phillip, n. 2023COA8, 26 gennaio 2023, reperibile su https://law.justia.com/cases/colorado/court-of-appeals/2023/21ca1142.html.
[5] Il ricorso alla Corte Suprema del Colorado si può leggere su https://adfmedialegalfiles.blob.core.windows.net/files/MasterpieceScardinaColoradoSupremeCourtPetitionForReview.pdf.
[6] Cfr. M. Ricca, Oltre Babele. Codici per una democrazia interculturale, Dedalo Edizioni, Bari, 2008. Si veda, per la situazione statunitense, S. Testa Bappenheim, I simboli religiosi in Europa e negli Stati Uniti, in “Ius Ecclesiae”, n. 27, 2015, pp. 595-618.
[7] A favore del pasticciere vi è anche il precedente della Corte Suprema federale, nel caso 303 Creative LLC et al. v. Elenis et al., n. 21-746, 30 giugno 2023, in U.S. Reports, 600, in corso di pubblicazione, pp. 1-26 (impaginazione provvisoria).
[8] Cfr. N. C. Hunt, Brief of Amici Curiae Arkansas & 22 Other States in Support of Defendants, 19 dicembre 2023, in https://law.alaska.gov/pdf/amicus/2023/121923-Brief.pdf.
[9] Cfr. Ian Speir, Brief of Amici Curiae Coalition for Jewish Values, Summit Ministries, The Colson Center for Christian Worldview, and Islam and Religious Freedom Action Team in Support of Petitioners, 27 aprile 2023, in https://religiousfreedominstitute.org/wp-content/uploads/2023/04/Scardina-v.-Masterpiece-Cakeshop.pdf.
[10] Ivi, p. 13.
[11] Cfr. M. d’Arienzo, Pluralismo religioso e dialogo interculturale. L’inclusione giuridica delle diversità, Pellegrini Editore, Cosenza, 2018, pp. 139-142.