NEWSITALIA La violazione della libertà religiosa costituisce danno morale risarcibile (Stefano Testa Bappenheim)
NEWS CITTA’ DEL VATICANO La conservazione delle ceneri dei defunti: la Risposta del Dicastero della Dottrina della Fede (Paolo Palumbo)
Continua la serie di decreti episcopali che sospendono ad experimentum l’ufficio di padrino e/o di madrina per i sacramenti del battesimo e della confermazione. Ultimo, in ordine di tempo, l’intervento del Vescovo della Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli, di qualche mese seguente quello del Vescovo della Diocesi di Sulmona-Valva che, nel luglio scorso, è, invece, giunto alla decisione di “abolire” a tempo indeterminato l’ufficio (vedi commento).
La sospensione dei padrini decisa dal Vescovo di Massa Carrara è motivata dal fatto che, nell’attuale contesto sociale e religioso, tale figura sia ormai relegata “alla semplice presenza liturgica” e che la scelta del padrino o della madrina sarebbe dettata da motivazioni di legame affettivo o di convenienza sociale, tradendo il vero significato dell’ufficio e creando non poche difficoltà, contraddizioni, o addirittura tensioni, nella comunità, stante l’aperta contraddizione che, a volte, si evidenzia tra le condizioni richieste dalla Chiesa cattolica e dal diritto canonico per svolgere l’ufficio e le caratteristiche delle persone che vengono presentate per espletarlo.
L’obiettivo dichiarato della sospensione – com’è specificato nel decreto – è quello di studiare le forme più adatte per restituire all’ufficio di padrino o di madrina l’originaria forza e il valore con cui la Chiesa l’ha istituito nonché studiare nuove possibili forme di accompagnamento che aiutino a recuperarne il vero senso. La sospensione ha, quindi, lo scopo di un rinnovamento della consapevolezza di tale ministerialità, in vista di una riflessione per recuperare l’identità e la missione ecclesiale del padrino e della madrina.
Il decreto episcopale, nel richiamare le disposizioni liturgiche e i canoni sul tema del Codice di diritto canonico, precisando che l’ufficio di padrino e di madrina non abbia carattere di “essenzialità”, chiarisce che la sospensione non prevede eccezioni, anche nel caso di persone che ottemperino a tutti i requisiti richiesti dalla normativa universale per svolgere l’ufficio.
Nel presentare il decreto ai fedeli il Vescovo diocesano, poi, ha ipotizzato che si potrebbe, in futuro, far ricoprire questo ruolo a diaconi, referenti delle comunità o i parroci stessi nelle realtà più piccole ma anche a catechisti.
Si ripropongono, ancora una volta, la questione del rapporto tra diritto universale e diritto particolare e quella di un’affrettata interpretazione del can. 872… tutte questioni, in attesa ancora di un intervento della Conferenza Episcopale Italiana, ormai secondarie, tenuto conto che, trascorsi ormai alcuni anni dall’avvio di quest’azione di “sospensione per innovare”, nessuna proposta concreta riformatrice è stata fatta e che l’unica soluzione a cui si è pervenuti è stata quella di “abolire” l’ufficio una volta concluso il periodo di sospensione ad experimentum, con buona pace della “creatività pastorale”.
Paolo Palumbo – Università Giustino Fortunato