Numero 2/2007CARMELA ELEFANTE La croce come simbolo dello Stato e del nuovo concetto di laicità
Numero 2/2018ROSARIO PATALANO Giovanni Botero e la cultura economica della Controriforma
Sommario:
1. La «conquista» da parte di Carlo III ed il riformismo meridionale: l’aspirazione alla ridistribuzione della ricchezza - 2. I riformatori meridionali, la manomorta ecclesiastica e la riforma agraria - 3. L’assenso regio quale condicio sine qua non della capacità di acquistare e di possedere degli enti ecclesiastici - 4. La manomorta ecclesiastica tra prevenzione ed eversione: le leggi di ammortizzazione - 5. (Segue) Il divieto delle questue e la commutazione delle disposizioni mortis causa - 6. Profili di modernità e carenze attuative dell’attenzione alle dinamiche economiche. L’occasione mancata del giurisdizionalismo borbonico.
RIASSUNTO
L’attenzione nei confronti della dimensione economica è una delle caratteristiche principali del giurisdizionalismo partenopeo: nel Meridione d’Italia l’attenzione dei riformatori «illuminati» si concentrò più su problematiche di ordine pratico, che non su questioni di carattere teorico: all’interno di tale prospettiva «pragmatica» le tematiche di ordine economico appaiono rivestire rilievo centrale, in conformità, del resto, alla lezione genovesiana. Il regalismo partenopeo riuscì, almeno sotto certi profili, a sopravanzare coeve esperienze giurisdizionaliste, apparentemente più innovative, ma in realtà maggiormente legate alle categorie concettuali ed ideologiche proprie dell’ancien régime (ad es., il giuseppinismo asburgico): gli mancarono, però, l’energia, la coerenza, il coraggio necessari per attuare pienamente e costantemente le aspirazioni e le istanze riformatrici pur lucidamente percepite.
PAROLE CHIAVE
Giurisdizionalismo, Borboni, manomorta, beni ecclesiastici, riforma agraria, disposizioni mortis causa