Numero 1/2016SILVIA ANGIOI Il consolidamento dei principi in materia di libertà di religione e tutela delle minoranze nel diritto internazionale: il contributo di Woodrow Wilson e della Conferenza di Parigi
Numero 1/2016SIMONE BALDETTI La religione nel sistema costituzionale giapponese
RIASSUNTO
Secondo la tradizione ortodossa, i vescovi sono anche monaci: fin dal V secolo, in molti casi, i monasteri furono anche luoghi di residenza vescovile e contribuirono alla formazione e al consolidamento delle Chiese locali e al processo di trasmissione e di dife- sa della fede ortodossa. Questo accadde anche nel monachesimo ortodosso romeno che è intimamente connesso alla genesi e alle caratteristiche del cristianesimo romeno, assumendo un ruolo rilevante nelle dispute dottrinali del V e il VI secolo attraverso alcune figure importanti, tra cui Giovanni Cassiano, Germano e Dionisio Esiguo e i noti “monaci sciti”. La sopravvivenza di tale prassi nella contemporaneità consiste nell’assunzione da parte della sede diocesana dello statuto di luogo monastico, in cui i monaci e le monache sono membri attivi della realtà ecclesiastica che circonda il vescovo.
Questo articolo ha come obiettivo la ricostruzione della storia della figura del vescovo- monaco nella tradizione cristiana orientale e la prassi della coabitazione dei vescovi presso i monasteri nel monachesimo ortodosso romeno, in patria e nella diaspora, al fine di com- prendere come oggi sia vissuta la compresenza dei due ruoli – monaco e vescovo – nella stessa persona e nello stesso luogo, tra diritto e realtà di fatto. Osservatorio privilegiato sarà il caso della sede episcopale della Diocesi ortodossa romena d’Italia.
La ricerca richiede l’uso di una metodologia storico-critica basata su fonti giuridiche, letterarie, archeologiche e documentarie e su un’indagine etnografica per lo studio dei casi contemporanei.
PAROLE CHIAVE
Genere e religioni, istituzioni ecclesiastiche, Chiesa ortodossa romena, monachesimo ortodosso