Corte Suprema d’Israele, Affaire 'Ministero dell'Interno contro Brill', n. 7368/22.
(Matrimonio civile, matrimonio confessionale, matrimonio celebrato all’estero)
I matrimoni in Israele sono regolati da norme ereditate dai tempi dell’Impero ottomano e del Mandato britannico, con leggi secondo cui lo Stato deve garantire a ciascuna comunità religiosa competenza esclusiva in alcune questioni, compresi i matrimoni. Per sposarsi in Israele, perciò, bisogna passare attraverso le istituzioni religiose (ebraiche, cristiane, druse o musulmane).
Nel dicembre 2020, al culmine della pandemia di COVID-19, diverse coppie israeliane si sono sposate attraverso una procedura online, regolata dalle leggi dello Utah, negli USA, grazie alla quale i due nubendi si trovavano in Israele, mentre il celebrante era negli Stati Uniti; ricevuto il certificato di matrimonio dallo Utah, i neosposi hanno chiesto al competente Ufficio del Ministero dell’Interno israeliaano (l’Autorità per la popolazione e l’immigrazione) di registrare il matrimonio; la richiesta, tuttavia, è stata sì in un primo momento accolta, ma subito il Ministro dell’Interno, con una propria circolare, ha disposto la sospensione di queste registrazioni, preannunciando un approfondimento legale della questione: questo parere ufficiale, reso pubblico, afferma che la lex loci applicabile è quella del luogo ove si trovano i nubendi, e non quella di dove si trova il celebrante, sicché i matrimoni civili ‘americani’ non sarebbero registrabili in Israele.
Contro questa disposizione rigorista è intervenuta la Corte distrettuale di Lod, che, in una sentenza dell’8 marzo 2022, viceversa, ha affermato sia rilevante solo la validità della documentazione fornita dagli sposi, e pertanto il Ministero degli Interni è tenuto a registrare i matrimoni civili delle coppie che si sono sposate durante le funzioni civili celebrate all’estero.
Avverso questa decisione il Ministero dell’Interno ha fatto ricorso alla Corte Suprema, la quale il 7 marzo 2023 s’è pronunziata confermando la sentenza appellata: i matrimoni celebrati online secondo le leggi dell’Utah sono da considerare a tutti gli effetti matrimoni celebrati all’estero, sicché debbono essere registrati dall’ufficiale di stato civile israeliano, come acclarato già nell’affaire Funk Schlesinger vs Minister of the Interior (High Court of Justice 143/62, PD 17225/1963).
Stefano Testa Bappenheim
PAROLE CHIAVE
Matrimonio civile, matrimonio confessionale, matrimonio celebrato all’estero