NEWSCEDU Libertà religiosa e rifiuto di emotrasfusioni. Analisi del recente caso Pindo Mulla v. Spain della Corte europea dei diritti dell’uomo (Brigitta Marieclaire Catalano)
Quaderno monografico n. 2STEFANO TESTA BAPPENHEIM Lavoro anch’io? No, tu no! Discriminazioni religiose in ambito lavorativo nel diritto austriaco.
RIASSUNTO
La riforma del diritto matrimoniale assunse grande rilievo nell’opera di ammodernamento della legislazione italiana che, avviata dal governo a guida fascista a partire dal 1923, investì via via tutti i settori dell’ordinamento giuridico; e ciò principalmente per effetto del Concordato lateranense del 1929, che aveva riconosciuto effetti civili al matrimonio religioso cattolico. Benché il governo fascista si fosse impegnato per un progressivo allineamento dell’ordinamento civile al codice canonico nelle cosiddette res mixtae, le proposte inerenti la nuova disciplina sul matrimonio suscitarono un intenso dibattito che - in particolare intorno alla questione del riconoscimento dell’impotenza generativa come causa di nullità - si svolse a più riprese negli anni Trenta sulle pagine delle principali riviste di diritto ecclesiastico. Il saggio si propone di ricostruirne i tratti essenziali attraverso i contributi più significativi degli operatori e studiosi delle due branche del diritto coinvolte.
PAROLE CHIAVE
riforma del codice civile, matrimonio, impotenza di generare, codex juris canonici.