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RIASSUNTO
Il saggio/recensione trae ispirazione da un recente volume di Carmela Ventrella, dal titolo “La Corte d’Appello dello Stato della Città del Vaticano. Pluralità di funzioni e vocazione interordinamentale”. Immaginato come un dialogo indiretto con autrice sulla base dei contenuti del volume, esso analizza la giurisprudenza dello S.C.V. come un ritratto rovesciato della secolarizzazione degli ordinamenti statali. Nell’esperienza dello S.C.V. può rintracciarsi un fenomeno quasi aberrante rispetto alla narrazione para-mitologica della secolarizzazione giuridica occidentale: l’inclusione spontanea di interi settori del diritto secolare all’interno di un ordinamento confessionale. Le dinamiche giurisprudenziali che accompagnano la fenomenica di questa inclusione e la loro stessa possibilità storico-esperienziale sembrano costituire una sorta di confutazione culturale dei dualismi ragione/fede, diritto/religione, esteriore/interiore, pubblico/privato ecc. che scandiscono la retorica della secolarizzazione. In particolare, in una prospettiva rovesciata rispetto a quella che tradizionalmente assume gli ordinamenti statali/laici come sfondo, nell’esperienza giuridica dello S.C.V. risalta l’incompletezza della secolarizzazione giuridica moderna e la permanenza, all’interno di essa, di una consistente teologia giuridica di matrice cristiana persino più profonda della teologia politica schmittiana. Le implicazioni teoriche di questi elementi sono a dir poco di enorme portata avuto riguardo alla teoria della secolarizzazione politica/giuridica e alle dinamiche di inter-ordinamentalità relative ai rapporti di stato/religione.
PAROLE CHIAVE
Secolarizzazione, Stato Città del Vaticano, Corte d’Appello S.C.V., foro esterno/foro interno, inter-ordinamentalità, diritto e religione