Numero 02/201418. DIRITTO E RELIGIONI INTERO FASCICOLO, 18, N. 2/2014
Numero 1/2021VASCO FRONZONI Inclusione confessionale e non discriminazione
RIASSUNTO
Dopo aver indagato le origini e le alterne fortune del principio dell’in dubio pro reo tra il diritto romano e quello barbarico sotto il peculiare profilo dell’interpretazione in melius, il lavoro si sofferma sulla benignior interpretatio nella canonistica medioevale, utile a preservare l’anima del giudice dal peccato a condizione che nel condannare avesse sciolto il dubbio sulla legge a favore dell’imputato. La ricerca poi si sofferma sull’interpretatio benevola nella teologia morale del probabilismo dell’età moderna, avvalendosi in particolare del pensiero di Sant’Alfonso de’ Liguori e del beato Antonio Rosmini. L’attenzione è volta agli sviluppi del probabilismo che anche con riferimento alle questioni di diritto tendeva a raggiungere un bilanciamento tra un lassismo volto a dare rilievo a qualsiasi minimo dubbio capace di liberare l’uomo da ogni legame morale, e un tuziorismo che risultava troppo rigoroso nel momento in cui negava rilevanza alle ’ragionevoli’ opinioni diverse. L’articolo, quindi, dà conto delle ricadute dell’interpretatio benigna nelle codificazioni canoniche, da quella del 1917 a quella del 1983, senza trascurare il CCEO del 1990 che, più attento a richiamare gli antichi canoni, ha mantenuto l’origina- ria formula «in poenis benignior est interpretatio facienda». Le conclusioni sono affidate alla comparazione col sistema penale italiano che, sotto quest’angolazione, non sembra presentare condizioni di sufficiente ’maturità’ e ’serenità’ per emulare i princìpi in tema di stricta interpretatio rinvenienti nel sistema penale canonico, luogo di sedimentazione d’imprescindibili canoni ermeneutici che, a dispetto della loro vetustà, conservano un’e- strema modernità.
PAROLE CHIAVE
In dubio pro reo, dubbio interpretativo, benignior interpretatio, probabilismo.